Come avvicinarsi a una dieta a base vegetale
Si fa sempre più forte l’invito ad avvicinarsi a una dieta a base vegetale o che per lo meno preveda una forte riduzione della carne dalle abitudini alimentari. Ma come procedere? Meglio toglierla del tutto all’improvviso? Meglio farlo gradualmente?
Come si riduce il consumo di carne?
Non c’è una regola e non c’è un modo più giusto di un altro, ma quello che fa per noi.
Si può decidere di ridurre il consumo di carne per qualsiasi motivazione:
- Accorgersi di mangiarla troppo spesso riducendo così la varietà dell’alimentazione e gravando un po’ sulla salute;
- Scegliere di optare per un’alimentazione che sia più attenta verso l’ambiente;
- Modifica dei gusti: dopo anni ad aver mangiato carne, a un certo punto ci si accorge di non apprezzarla più;
- Altri mille motivi personali, etici, che rispondono alle nostre esigenze di alimentazione o scelte di vita
A seconda del punto da cui partiamo si può agire in vario modo. Quello che di solito propongo io in consulenza è di trovare insieme il modo migliore:
- Per alcune persone è preferibile una riduzione graduale, mentre altre preferiscono eliminarla completamente dall’oggi al domani;
- C’è chi sceglie di tenerla solo per le occasioni, ma non inserirla nella alimentazione di tutti i giorni
- Altri ancora vorrebbero avvicinarsi a una dieta più vegetale senza rinunciare al poter scegliere in base a quello “che si sente” di voler mettere nel piatto
Dipende tutto dalla frequenza con cui si consuma e dai motivi che ci hanno portato a dirigerci verso questa decisione. Parlandone assieme possiamo capire la soluzione migliore per rendere questa decisione consapevole, equilibrata e rispettosa delle proprie esigenze.
Con cosa sostituire la carne?
Se quindi abbiamo deciso di muoverci verso questa direzione, come sostituiamo la carne? Si rischiano carenze nutrizionali? Sarà una dieta meno varia e più povera?
In realtà quando si decide di rimuovere la carne (e il pesce) ci si accorge che a disposizione si ha una vasta gamma di alternative. Infatti, se la prima paura è quella di incorrere in carenze, si può star tranquilli. La carne non è essenziale e anzi, scegliendo di rimuoverla scopriremo un mondo di varietà che spesso fino a quel momento è rimasto celato.
Il consiglio principale è quello di orientarsi verso il mondo dei legumi, prendendosi il tempo di conoscerli se prima erano poco noti.
Sono tanti e diversi: lenticchie comuni, lenticchie rosse, lenticchie nere, piselli, le diverse tipologie di fagioli (di sapore e consistenza molto diversi), i ceci bianchi, i ceci neri, la cicerchia, la roveja e chi più ne ha più ne aggiunga.
A seconda che si riduca/elimini il consumo di pesce si può pensare di aumentare anche la frequenza di consumo di frutta secca e semi oleaginosi. Questi alimenti, oltre a fornire grassi buoni, costituiscono una buona fonte proteica che può essere integrata con una frequenza di consumo e una porzione diversa rispetto a chi segue una dieta onnivora.
Oltre a questi due gruppi, rimangono tutti gli altri: uova, formaggi freschi, formaggi stagionati. Ciascuno con le sue frequenze di consumo.
E le etichette?
Per etichette faccio riferimento a definirsi “vegetariano/a” e “vegano/a”. Anche qui dipende, non è necessario.
Quello che importa è come fa sentire me stessa/o quando mi do questa etichetta:
- Mi sento in colpa se poi mi dovesse capitare di mangiare carne?
- Mi sento poco soddisfatto dalla definizione?
- La mia scelta ad esempio è per ridurre l’impatto dell’alimentazione sull’ambiente, quindi se per limitare lo spreco devo mangiarmi un panino con il prosciutto, voglio sentirmi libero di poterlo fare.
Anche qui ci sono mille necessità diverse, pertanto se non lo sentite necessario, non serve darsi un’etichetta ma seguire il modo di alimentarsi che più si addice a noi, senza doverne rendere conto a nessuno.