Bisogna stare attenti ad alcuni cibi quando si è a dieta?
Da quando è nato il concetto di dieta, nel senso più comune con cui viene inteso, siamo stati abituati che a credere che alcuni alimenti, mentre si è a dieta, vadano esclusi o eliminati. Di conseguenza, visto che tutti siamo cresciuti con questo concetto nelle orecchie, è anche una delle frasi che più spesso mi sento dire al primo colloquio. Il mio obiettivo diventa quindi quello di cercare di scardinare questa credenza, cercando di migliorare il rapporto con il cibo e aiutare a ricostruirlo.
Dieta come tortura o come stile di vita?
Nonostante l’etimologia della parola dieta stia a indicare “stile di vita” nel corso del tempo il suo significato è stato del tutto distorto. Purtroppo l’intenzione è sempre stata quella di spingere al sacrificio e alla privazione, a dover resistere allo stimolo della fame e alla voglia di mangiare alcuni alimenti. Se vuoi perdere peso devi impegnarti e questo significa resistere ad alcuni alimenti. Se invece vuoi mangiare quegli alimenti che più spesso sono esclusi dalla dieta, allora devi meritarteli (prevedendo quindi digiuni prima o dopo, sessioni di attività fisica a non finire e chi più ne ha più ne metta).
Giusto per fare un esempio di quanto questo stereotipo legato alla dieta sia così consolidato: per scegliere la foto da associare a questo articolo, ho scritto “diet” nel motore di ricerca di un sito che raccoglie foto libere da copy right. Le foto che sono uscite rappresentavano principalmente: alimenti considerati healthy, quindi un pullulare di avocado, pompelmi, insalate e semini; Piatti vuoti o forchette avvolte da metri da sarta, a sottolineare che tutto quello che decidi di mangiare avrà un effetto (tanto per non terrorizzare troppo).
Serve eliminare dei cibi perchè si è a dieta?
La risposta è no. Gli unici alimenti che si possono eliminare sono quelli che inducono una reazione allergica o a cui risultiamo intolleranti. Fine. Tutti gli altri alimenti che vi vengono in mente, possono essere tranquillamente presenti ragionando su un’unica cosa: la loro frequenza di consumo.
Tanto per scardinare quella credenza che è tanto consolidata: si possono mangiare pane e pasta anche a cena. Si possono mangiare sia a pranzo che a cena. Si possono anche mangiare nello stesso pasto, magari in questo caso si deve prestare attenzione alle quantità, ma senza mettersi a fare i conti.
Eliminare cibi o interi gruppi alimentari non è necessario alla perdita di peso. Certo, la favorisce, ma perchè? Perchè si vanno a ridurre le calorie dei pasti e quindi si perde peso.
Ma se invece di ridurre le calorie dei pasti rimuovendo categorie alimentari – adottando quindi una dieta sbilanciata – , si riducessero le calorie ragionando sulle porzioni dei vari alimenti mantenendo sempre un deficit di energia ma lavorando per avere una dieta bilanciata non sarebbe meglio?
Per dirla più semplice: se la riduzione di 400kcal (valore a caso) la ottengo riducendo un pochino le porzioni di tutto o la ottengo togliendo dalla mia alimentazione solo una categoria di alimenti, in termine di calorie, non è la stessa cosa? Certo che sì.
Ma chi ne risente? Il nostro organismo, che si trova a doversi riarrangiare con un eccesso di alcuni nutrienti da una parte e una carenza estrema dall’altra.
Una dieta che si basa sull’educazione alimentare, è una vera dieta?
Sì, lo è.
Gli aspetti positivi:
- Non si soffre la fame
- Si hanno i risultati
- Si segue una dieta bilanciata (ipocalorica quando serve)
- Si impara come mangiare e come organizzare i pasti
- Si previene la necessità di rimettersi a dieta di nuovo in futuro
- Si garantisce una perdita di peso salutare e che si mantiene
- Si diventa via via più autonomi, tranquilli e sicuri delle scelte che si fanno (anche fuori casa)
Gli aspetti che possono essere percepiti come negativi:
- è una perdita più lenta e graduale rispetto ad altre diete – ma che poi si mantiene (quindi tanto negativo non è)
In conclusione
Bisogna iniziare a lavorare sull’idea di dieta ancora prima di iniziare un percorso di educazione alimentare. Bisogna prendere quello che si sa e metterlo in discussione, sviluppare un senso critico verso le informazioni (tante) che circolano in ambito alimentare, non tutte sono vere, non tutte possono essere utili al nostro percorso. Bisogna affidarsi a qualcuno di esperto che non si proponga come il solutore di ogni problema, ma come guida che accompagna verso un’alimentazione più equilibrata.
Se vi va, nei commenti potete dire la vostra sulle diete estreme in cui siete incappati o sulle informazioni che avete letto in giro, ne possiamo discutere nei commenti.