Mangiare insetti fa male?
Mangiare insetti fa male? Da fine gennaio potremo trovare polvere di grillo all’interno di alcuni alimenti di consumo comune. Il primo pensiero va alla sicurezza di questi alimenti, il secondo invece mette alla prova tanti di noi. L’idea di consumare insetti non è un compromesso che si è disposti ad accettare. Scopriamo qualcosa di più.
Com’è andata?
A marzo del 2022 l’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha approvato la sicurezza del consumo di farina a base di grillo domestico. A inizio gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Regolamento 2023/5 della Commissione Europea, il quale autorizza l’inserimento nel mercato dell’Unione Europea di polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico.
Non è la prima volta che l’EFSA autorizza la commercializzazione di insetti sul territorio dell’Unione Europea. Erano già state approvate altre due specie di insetti le tarme della farina e la locusta migratoria, per cui era stato garantito un consumo sicuro.
Questi prodotti infatti, oltre ad avere dei regolamenti specifici, rientrano nella categoria dei “Novel food“, i cibi nuovi. Questi nuovi alimenti a loro volta hanno il Regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio, che fornisce un ulteriore garanzia del fatto che vengano rispettate le norme in materia di sicurezza alimentare prima che nuovi cibi vengano messi in commercio.
Perchè si è deciso di includere gli insetti nella dieta?
Lo scopo principale è la volontà di ridurre l’impatto delle emissioni dovute alla produzione alimentare. Sappiamo che la produzione alimentare è responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra, in maggior parte dovute alla produzione di carne.
Dal momento che i valori nutrizionali degli insetti li collocano tra gli alimenti fonte di proteine, essi diventano una delle soluzioni per cercare di favorire la riduzione di carne.
Secondo la FAO vantaggi per l’ambiente sono numerosi:
- l’allevamento di insetti emette una quantità inferiore di gas serra rispetto alla maggior parte degli altri allevamenti (acqua coltura e allevamenti di altri animali terrestri);
- richiede un uso di suolo ridotto rispetto all’allevamento di bestiame;
- richiede meno acqua rispetto all’allevamento del bestiame;
- la quantità di mangime impiegato per nutrire gli insetti è, in proporzione, minore rispetto a quello richiesto da bovini e altri animali.
Questi aspetti positivi non riguardano però tutti gli allevamenti e tutti gli insetti, per cui si sta studiando l’effettivo beneficio su salute dell’uomo e dell’ambiente prima di valutarne l’introduzione in commercio.
In quali alimenti troveremo la polvere di grillo domestico? Sarà indicato in etichetta?
La farina di grillo rientrerà tra gli ingredienti di panificati, cracker e grissini, barrette ai cereali, miscele per prodotti da forno, biscotti, salse, pizza, prodotti base di pasta, siero di latte, alimenti sostituti della carne, minestre in polvere, snack, birra.
Chiaramente verrà indicata la presenza di questo ingrediente in etichetta. In particolare perchè tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori che hanno già allergie note a crostacei e prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.
La dicitura che troveremo in etichetta sarà la seguente:
“Polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus(grillo domestico)”
In conclusione
La presenza di insetti sotto forma di farina può aiutare a rendere più semplice la loro introduzione nelle nostre abitudini alimentari. Possiamo, tuttavia, stare molto tranquilli perché non verremo invasi da prodotti a base di insetti di ogni genere e provenienza. Il livello di controllo e sicurezza è molto alto pertanto non c’è davvero da preoccuparsi.
L’aspetto importante può essere quello di provare ad assaggiare, mettendosi alla prova, se non fa per noi non c’è nessun obbligo. Il consiglio che resta è quello di ridurre il consumo di carne e i legumi continuano a essere una buona idea per chi non ha affinità con i sei zampe!